DOLCI

Naked Cake ai frutti rossi

Ci risiamo. È appena trascorso il mio giorno, il 28 maggio. Un semplice giorno come tutti gli altri, che però diventa speciale grazie a tutte le attenzioni ricevute 💓
Questo giorno di “ricorrenza”, nel quale si festeggia la data in cui per la prima volta abbiamo aperto gli occhi su questo pianeta e la gratitudine di esserci ancora.
E la gratitudine è doverosa verso tutte le presenze preziose che ci accompagnano in questa avventura, che ci stringono, supportano e condividono i nostri battiti…senza affetti, la vita, che valore avrebbe?

Ebbene, la torta me la sono preparata da sola, è un pochino elaborata, una versione della naked cake tanto di moda adesso, ma un po’ alleggerita 😉 Si tratta di una torta golosa ed elegante, che ben si addice anche alle cerimonie !

Naked Cake ai frutti rossi

(per 8 pp. – 2 stampi da 18 cm)

base:

1 yogurt greco

2 bicchieri di latte

2 uova grandi

200 g di zucchero di canna fine

220 g di farina tipo 1

40 g di fecola di patate

1 cucchiaio di rum

1 bustina di lievito 

per la bagna:

2 cucchiai di liquore alchermes

3 cucchiai di acqua

crema namelaka al limone:

200 ml panna fresca

100 g cioccolato bianco

90 g di latte

3 g di gelatina (colla di pesce)

scorza di limone grattugiata

farcia esterna:

130 g mascarpone

70 g panna fresca

40 g zucchero a velo

 

frutti rossi: fragole, lamponi, mirtilli

Procedimento

Come prima cosa, il giorno precedente, preparare la namelaka. Mettete i fogli di gelatina spezzettati in una ciotola ed aggiungete l’acqua giusto per farla reidratare. Sciogliete il cioccolato tritato a bagnomaria assieme al latte, mescolando spesso. Unite dunque la gelatina  ben strizzata e mescolate bene su fiamma bassa per pochi secondi in modo da farla sciogliere.  Aggiungete la panna fredda a filo. Mescolate dunque con il frullatore ad immersione e senza inglobare aria per 30 secondi, il composto risulterà liquido, non preoccupatevi,  è normale. Coprite con la pellicola e mettete in frigo tutta la notte. Dopo il riposo sarà cremosa e spumosa.

Il giorno successivo, preparate la base. In una ciotola mescolate bene lo yogurt con lo zucchero, unite le uova mescolando bene,  aggiungete il latte, il rum, poi la farina e la fecola setacciate ed infine il lievito. Mescolate molto bene e dividete in parti uguali l’impasto in due stampi da 18 cm. Infornare a forno caldo a 160° ventilato per 35 min. circa. Quindi far raffreddare.

Preparate la copertura. In una ciotola montate bene la panna (fredda di frigorifero!), aggiungetevi lo zucchero a velo e poi unite assieme il mascarpone amalgamando molto bene. Tenete da parte.

Preparate la bagna mescolando semplicemente assieme acqua e alchermes.

Procedete all’assemblaggio della torta. Tagliate le due torte a metà, avrete così 4 dischi. Bagnateli con la bagna aiutandovi con un pennello da cucina. Farcite con la namelaka (considerate che vi servirà per 3 strati!) e i frutti rossi a vostro piacere, proseguite fino alla fine. Mettete in un sac à poche con bocchetta stellata la crema al mascarpone, farcite la torta in superficie con dei ciuffi, mentre di lato farcite leggermente con l’aiuto di una spatola. Guarnite e decorate a vostro piacere.

p.s. la torta si conserva in frigo fino a 2/3 giorni (se ci arriva!)

 

 

 

TRAVEL

un giorno a Montecarlo (low cost!)

Montecarlo è la classica meta per immergersi nel lusso, auto di grossa cilindrata, sfarzi e quant’altro… almeno questo è ciò che passa nell’immaginario collettivo. Eppure la  città più nota del Principato di Monaco, famosa soprattutto per il suo circuito automobilistico, per il suo casinò e per essere meta di volti noti dello showbiz internazionale, ha molto da offrire anche ai “comuni mortali”, che possono ammirarne le attrazioni più importanti in sole 24 ore, ovvero una gita di un giorno. Perdersi fra i suoi palazzi eleganti e curatissimi ed ammirare la sua architettura particolare è davvero piacevole.

 

 

Se vi trovate nei pressi del porto, a circa un quarto d’ora a piedi, potrete  raggiungere il Palazzo dei Principi. La dimora reale si erge su una collina, dalla quale è possibile godere di una splendida vista sull’intera città e sul porto. Ogni giorno alle 11.55 si assiste al cambio della guardia.
Se avete tempo, proprio nei pressi,  potrete visitare anche la la Collezione privata d’auto d’epoca del Principe Ranieri III: un piccolo museo che ripercorre la storia delle autovetture sito all’interno di un centro commerciale dove si trovano anche modelli di Ferrari e Porsche.

Nella parte vecchia potete visitare la bella Cattedrale ed il Museo Oceanografico. L’imponente Cattedrale di San Nicola è raggiungibile a piedi dalla città vecchia in appena un minuto. L’esterno  in stile gotico completamente bianco, riflette appieno l’essenzialità dei suoi interni. 

Non potete assolutamente farvi mancare  una bella passeggiata lungo la città vecchia con destinazione finale al  Jardin Exotique, un vero e proprio angolo di paradiso, veramente curato nei minimi dettagli e  dal quale potrete godere di una vista mozzafiato della baia Montecarlo, oltre che ammirare varie specie di piante esotiche. Con una superficie di circa 15.000 m2, il Giardino Esotico ospita un migliaio di cactus e di altre stupende specie  di piante. Inoltre se, come noi, andate in estate, sarà un luogo piacevolmente refrigerante nel caldo torrido, da non perdere!

 

Se volete godervi un po’ di mare la  spiaggia del Larvotto è ciò che fa per voi. Altra attrattiva carina è il viale dei calciatori (Promenade des champions) che si trova sopra la spiaggia. Qui la famiglia reale dei Grimaldi ha voluto ricreare un viale in stile Hollywood, anziché le impronte delle mani sono impresse quelle dei piedi dei calciatori!

E poi non potete non passare a vedere il famosissimo Casinò! Noi non siamo entrati, però era imprescindibile non vederlo 😉

(immagine presa dal web!)

Informazioni pratiche per una gita giornaliera low cost:

  • noi abbiamo visitato Montecarlo tornando dalla Provenza, siamo rimasti poco più di mezza giornata e l’abbiamo visitata in gran parte (ovviamente le cose principali)
  • i parcheggi sono molti e con costi non eccessivi, più o meno come le nostre grandi città
  • si trova cibo a buon prezzo nei supermarket e nelle pasticcerie e panetterie
  • l’accesso alla Cattedrale di San Nicola è gratuito, così come il Jardin Exotique
  • la spiaggia di Larvotto ha una bella zona di spiaggia libera
  • l’accesso al Palazzo dei Principi ed al Museo Oceanografico è a pagamento, noi per mancanza di tempo non siamo entrati, il costo comunque è accessibile.

Buona gita nel lusso senza spocchia!!! 😉

 

DOLCI

Torta con riso, ricotta e cioccolato

Quando si pensa ad una fetta di torta davvero deliziosa, golosissima senza essere troppo  carica è questa! Si adatta benissimo al clima di questo maggio ancora molto ballerino ahimè! L’ho preparata nei giorni scorsi in occasione della festa della mamma, è stata davvero un successo, non ho molte foto perché in casa non avevano la pazienza di attendere i miei tempi di set fotografico…! ;-D

Che si può dire, “chi ha mamma non pianga!” diceva una vecchietta che era una mia vicina di casa… e c’è una canzone stupenda nella versione di Malika Ayane che adoro <3

Ho preso la chitarra
E suono per te
Il tempo di imparare
Non l’ho e non so suonare
Ma suono per te
La senti questa voce
Chi canta è il mio cuore
Amore amore amore
È quello che so dire
Ma tu mi capirai
I prati sono in fiore
Profumi anche tu
Ho voglia di morire
Non posso piu’ cantare
Non chiedo di piu’
La prima cosa bella
Che ho avuto dalla vita
È il tuo sorriso giovane, sei tu

Auguri a tutte le mamme !!! Ed includo pure me <3

Torta con riso, ricotta e cioccolato

Ingredienti

base di frolla:

330 g di farina tipo 1 macinata a pietra

130 g di zucchero di canna

80 g di burro

1 uovo grande

3 cucchiai di latte

3 cucchiai di olio di semi

scorza di 1 limone grattugiata

1/2 cucchiaino di bicarbonato

ripieno:

300 g di ricotta fresca vaccina

200 g di riso

140 g di zucchero di canna

150 di cioccolato fondente

1 uovo medio

1/2 bicchiere di latte

1 cucchiaio di rum

  • Impastate nella ciotola burro, farina, latte, olio e zucchero. Unite poi l’uovo con la scorza di limone grattugiata e il bicarbonato. Formate dunque un impasto compatto e omogeneo e fateriposare in frigorifero per almeno un’ora.
  • Cuocete il riso in abbondante acqua e una volta cotto scolatelo bene, unitevi il latte ed il cioccolato a pezzi e rimettetelo sul fuoco.  Fate intiepidire.
  • In un’altra ciotola lavorate bene lo zucchero assieme all’uovo, unite il rum e la ricotta setacciata. Deve apparire un composto bello liscio
  • Unitevi  dunque il riso con il latte ed il cioccolato e amalgamate bene il tutto.
  • Imburrate ed infarinate uno stampo, con il matterello stendete la vostra frolla e tagliate un cerchio che poi nello stampo abbia dei bordi alti almeno 4 cm, mettete quindi il vostro guscio all’interno.
  • Riempite bene con il composto di riso, ricotta e cioccolato.
  • Infornate a forno caldo a 170° ventilato per circa 40 minuti.
  • Se vi avanza della frolla usatela per fare qualche decorazione con i tagliabiscotti.

 

 

 

DOLCI

Cupcakes al cioccolato con frosting al mascarpone (senza uova!)

Ultimamente pubblico meno su questo mio blog… sono molto occupata con la mia fitta quotidianità, fra famiglia,  lavoro e  studio il tempo è davvero compromesso. Però non mi lamento affatto, mi sento in equilibrio con me stessa  e sono grata di aver così tanti interessi coltivati e così tanto affetto intorno che mi nutre e sorregge.

La maturità spesso porta a trovare finalmente se stessi, a comprendersi di più, giudicarsi meno e soprattutto ad aver più lucidità nel dispensare affetto agli altri; così sono diventata sempre più esclusiva nei rapporti, mi sono consapevolmente e serenamente staccata da tutte quelle persone che non mi miglioravano e mi rubavano tempo (che non ho da sprecare). Ho anche imparato finalmente a volermi più bene ed a riconoscermi più meriti che difetti. Giusto in tempo.

Quando capisci che è te stesso che devi amare è quasi sempre tardi. Tuttavia, ogni volta che lo fai, quell’amore arriva giusto in tempo.

Amarsi è anche concedersi un buon dolce, una colazione golosa o una merenda appagante. Il cibo è spesso rifugio e coccola, un modo dolce di prendersi cura di sé 🙂 Questa è una ricetta che ha alla base dei cupcakes vegani senza uova al cioccolato (chiaramente no  farciti saranno dei muffins vegani perfetti 😉 ), mentre il frosting è di mascarpone e panna (godurioso!!!); sono dolcetti perfetti anche per un buffet primaverile o per un party con i più piccini 🙂

Cupcakes al cioccolato con frosting al mascarpone (senza uova)

(per circa 20 piccoli cupcakes)

90 g di farina tipo 1

85 g di zucchero di canna

15 g di cacao amaro

8 g di lievito bio per dolci

120 ml di aqua

1 cucchiaio di aceto bianco

40 g di olio di riso

semi di 1/2 bacca di vaniglia

per il frosting:

200 ml di mascarpone 

150 ml di panna fresca

40 g di zucchero a velo

cacao amaro e confettino colorati (per decorare)

 

In una ciotola mescolate farina, lievito, cacao, semi di vaniglia e zucchero e amalgamate bene gli ingredienti secchi; in un’altra ciotola versate tutti gli ingredienti liquidi (acqua, olio, aceto) che poi andrete ad aggiungere nei secchi .

Mescolate velocemente senza lavorare troppo.

Cuocete in forno preriscaldato statico a 180° per circa 20 minuti. Lasciate raffreddare completamente.

Preparate il frosting. In una ciotola unite il mascarpone allo zucchero a velo e lavorate fino ad ottenere una crema. A parte montate bene la panna fresca ed aggiungete poi la crema di mascarpone e zucchero. Amalgamate insieme molto delicatamente.

Con l’aiuto di un sac à poche (con bocchetta stellata) farcite i vostri cupcakes, decorateli quindi con una spolverata di cacao amaro e confettino colorati.

N.b. se li preparate in anticipo potrete farcirli prima di servirli o, in alternativa, guarnirli con il frosting ma decorateli solo prima di servirli con il cacao ed i confettini colorati! Se farciti si conservano in frigorifero per 3 giorni.

 

 

 

TRAVEL

Roma eterna bellezza… (in 3 giorni!)

Roma è magnificenza, stupisce ed incanta. Ogni volta che torno nella capitale mi sento dentro una cornice perfetta. Città maestosa, avvolgente, piena e talvolta supponente, ma glielo dobbiamo perdonare tanto può permetterselo! Amo i suoi colori ambrati, le sue cupole, il suo frastuono di altri tempi, le sue rovine che raccontano e tengono viva la memoria. Mi perdo nel cielo azzurro e mi lascio cullare dal “ponentino” pomeridiano…a Roma si può vagare senza troppi programmi, si cammina e si alza lo sguardo trovando sempre nuovi angoli e scorci autentici.

Roma che,  mi duole sottolineare, ultimamente è molto lasciata a sé stessa, ha la faccia aggrinzita dalla poca manutenzione, sporca, pochi servizi… e questo purtroppo si nota con dispiacere! Poi però si vaga per le sue viuzze e si fa colazione con un perfetto maritozzo con la panna e si fa serata in Trastevere di fronte ad una carbonara perfetta e si dimentica l’amarezza di trovarla un po’ sofferente…

Dunque, torniamo alla gita fuori porta, al WE romano…cosa si può vedere di Roma in soli 3 giorni? Molto a parer mio. Ad onor del vero devo dire che io/noi siamo dei camminatori compulsivi, questo gioca nostro favore per visitare le città 😉  In 3 giorni abbiamo percorso a piedi rispettivamente: 23km, 15 km e 13 km… per fortuna abbiamo trovato un sole splendido che ha reso tutto più facile! 😉

Abbiamo soggiornato in un comodissimo appartamento in zona Vaticano, posizione comodissima, a pochi km a piedi da gran parte del centro di Roma, mezz’ora a piedi da Trastevere. I proprietari sono stati gentilissimi e disponibili: B&B Maison , è stata un’ottima scelta, ve lo consiglio! Il primo giorno abbiamo preso la metro fino al Colosseo, abbiamo passeggiato fra i Fori Imperiali e siamo arrivati a Piazza Venezia ed all’imponente Altare della Patria. Nel pomeriggio, dopo un pranzo al volo, siamo andati in S. Pietro ed abbiamo visitato la basilica e come sempre mi sono commossa di fronte alla Pietà di Michelangelo, quel marmo scolpito che diventa così leggero…scolpito con tale maestria che pare sia più veritiero della carne, come avrà potuto un essere umano tirar fuori da qualcosa di freddo così tante emozioni! <3

per cena ci siamo dunque diretti in Trastevere, quartiere che amo particolarmente, dove si respira la romanità autentica, vivo, pieno di locali e buona cucina romana. Abbiamo cenato da Grazia & Graziella, una trattoria tipica che non posso che consigliare, buona cucina e personale sorridente, competente e cortese…potrei raccontarvi dei rigatoni alla carbonara fatti a regola d’arte, delle patatine fritte cacio e pepe e del loro buonissimo tiramisù, ma occorre assaggiare per capire! 😉

Secondo giorno: complice un cielo terso ed un sole caldo, abbiamo fatto colazione in casa e siam partiti con scarpe comode ed entusiasmo in spalla fra le bellezze del centro della capitale. Siamo passati davanti a piazza S. Pietro dove, essendo mercoledì, c’era l’udienza del Papa che abbiamo solo visto da lontano, abbiamo proseguito dunque per Castel S. Angelo e ci siamo diretti verso una delle più belle piazze romane: Piazza Navona.

Dunque ci siamo avviati verso Campo dei Fiori, con la sua piazza del mercato, dove siamo andati in un forno che mi piace molto: Roscioli, per la seconda colazione con focaccia e pizza calde! (camminando occorrono energie, no???). Siamo poi ripartiti per passare davanti ai palazzi del potere (Palazzo Madama e Palazzo di Monte Citorio) e non poteva certo mancare la sosta a Fontana di Trevi!

Nonostante fosse un giorno feriale c’era una bella calca di persone, non ci siamo trattenuti molto, abbiamo ripreso a camminare fino al colle del Quirinale ed abbiamo beccato l’arrivo del Presidente Mattarella (sembrava ci fossimo dati appuntamento 😉 ). La nostra camminata è proseguita fino a Piazza di Spagna, dove nei pressi abbiamo mangiato in un’osteria tipica romana (Hostaria al 31) e dove ci siamo poi diretti verso la scalinata di Trinità dei Monti completamente piena di fiori, davvero bella!

 

Nel pomeriggio ci siamo diretti verso la bella Piazza del Popolo e siamo saliti sulla Terrazza del Pincio dove si gode di una bellissima vista sulla capitale e dove è possibile fare una passeggiata tranquilla nel parco di Villa Borghese, sicuramente uno dei miei luoghi preferiti nelle giornate soleggiate 🙂

Siamo rientrati in metro a casa dove ho cucinato la cena e ci siamo rilassati un’oretta, poiché la giornata era stata impegnativa e siamo usciti poi la sera per un caffè, in zona Vaticano ci sono locali e caffetterie davvero carine.

Terzo giorno: sveglia presto, colazione presso un bellissimo bar vicino alla nostra casa: La Fiorentina (buono anche l’aperitivo fra l’altro 😉 )e siamo partiti per visitare i meravigliosi Musei Vaticani e Cappella Sistina dove siamo rimasti per oltre 5 ore senza riuscire a soffermarci a sufficienza di fronte alla miriade di opere esposte…non si può contemplare di non visitarli almeno una volta nella vita! Io amo moltissimo l’arte, per cui sono di parte, ma davvero si rimane incantati di fronte a tanta bellezza! Sono fortunata perché i miei figli amano da sempre i musei (probabilmente perché sin da piccoli gliene ho fatti visitare molti) e li  apprezzano molto, sono rimasti incantati non solo dalla sublime e famosissima Cappella Sistina ma anche dalla Galleria delle Carte Geografiche, dal Museo Egizio e dalla scala elicoidale…io invece mi sono persa nella Pinacoteca e nelle Stanze di Raffaello…tutto davvero bellissimo!!!

Sono stati tre giorni sicuramente non riposanti e belli intensi, ma a noi piace molto viaggiare con questo passo, ormai leggendo questo mio blog lo avrete capito ;-)… comunque dobbiamo dirlo, noi italiani siam davvero fortunati ad avere a portata di mano così tante città meravigliose <3

Informazioni pratiche:

  • se soggiornate a Roma considerate il pagamento della tassa di soggiorno per ogni adulto >12 anni, € 3,50 a notte.
  • il servizio metro nei giorni in cui siamo stati noi era più un disservizio che altro, addirittura tre fermate consecutive chiuse! Comunque se non volete camminare e volete spostarvi in metro considerate che l’abbonamento giornaliero costa € 7, mentre la singola corsa € 1,50. Se a regime serve piuttosto bene tutto il centro.
  • i servizi in generale non sono ottimali: chiamare un taxi può richiedere un po’ di pazienza, ci sono scarsi punti di informazione turistiche ed anche i bagni pubblici non sono pochi e spesso sporchi.
  • l’acqua di Roma è buonissima, portatevi bottigliette vuote da riempire alle fontanelle che si trovano qua e là, non occorre comprarla
  • per entrare in S. Pietro  c’è solitamente molta fila che fa anche il giro dell’intera piazza, non spaventatevi, considerate che per farla tutta vi occorrerà circa un’ora
  • se volete andare all’udienza del mercoledì del Papa ricordatevi che occorre un biglietto da fare in anticipo poiché l’entrata non è libera
  • per visitare i Musei Vaticani il biglietto senza guida parte da € 20 circa ad adulto ed € 12 a bambino, ma dovrete fissarli online con largo anticipo (anche 60 gg.), altrimenti acquistateli sempre online (o in loco, ma rischiate di non trovare disponibilità) con un costo di € 35 circa senza guida, ma almeno salterete la fila! Cosa non banale… si può stare anche 4/5 ore!!!
  • sopra vi ho inserito il link di dove abbiamo dormito noi e dove abbiamo mangiato se può esservi utile, sono tutti posti che consiglio per rapporto qualità/prezzo.
  • servizio sicurezza direi molto buono: ad ogni ora del giorno e della notte la città si può visitare tranquillamente a piedi, esercito e pattuglie di forze dell’ordine ovunque.

 

DOLCI

Peschine dolci

Ci sono, esistono le persone speciali. Quelle che sanno “dare” per il piacere di farlo, per il piacere di ricevere un sorriso sincero o semplicemente di allietare una giornata ad una persona. Una di queste sicuramente è Cinzia, una mia collega che non manca mai un saluto affettuoso e che mi sorprende con i suoi regali preziosissimi poiché fatti con le proprie mani! Un regalo di questi è il liquore Alchermes fatto da lei con maestria ed un ingrediente che non si compra sugli scaffali: il cuore.

Quando ho ricevuto questo dono prezioso ho subito avuto in mente di fare una ricetta, quella più cara alla mia infanzia, che mi preparava mamma in occasioni speciali, quella delle peschine dolci di Prato. Lei in realtà aveva una sua versione più semplice di cui ho già scritto in questo blog qui. Questa è una versione più elaborata che strizza l’occhio alla ricetta del mitico pasticcere pratese Paolo Sacchetti della pasticceria Nuovo Mondo, anche se per la crema ho optato per una mia versione più leggera. 

Peschine dolci

(per 12 pesche)

per la pasta brioche

  • Farina 0 g 280
  • Zucchero g 60
  • Burro g 40
  • Uova intere g 120
  • Lievito di birra g 6
  • Miele d’acacia g 10
  • Arancia scorza grattugiata
  • Vaniglia in bacche (metà stecca)
  • Acqua naturale g 15
  • Sale un pizzico

per la crema pasticciera

  • Latte fresco intero gr 200
  • Panna g 120
  • Zucchero g 70
  • Amido di mais g 30
  • Tuorli d’uovo g 50
  • Sale un pizzico
  • Buccia di limone una scorza

per la bagna

  • Acqua g 40
  • Zucchero semolato g 70
  • Alchermes g 30

Nella ciotola della  planetaria con la foglia di acciaio impastate la  farina  (120 g), lo zucchero (20 g), il lievito di birra sbriciolato,  un uovo intero. Versate gradualmente l’acqua a filo, controllando che l’impasto prenda piano consistenza. Quando l’impasto inizierà a  incordare unite gradualmente il burro (20 g). Sostituite la foglia  con il gancio e  continuare  fino a quando l’impasto sarà liscio e compatto e non si sarà staccato  dalle pareti della planetaria.  Estraetelo dalla ciotola, arrotolatelo formando una palla e lasciatelo lievitare coperto da pellicola per alimenti fino a quando triplicherà il volume.

Nel frattempo preparate la crema pasticciera. Mettete a bollire il latte con la panna e  la scorza di limone, in una ciotola sbattete i tuorli con lo zucchero e l’amido di mais. Quando il latte sarà in ebollizione toglietelo dal fuoco, unite al composto le uova, rimettetelo sul fuoco e fatelo addensare a fuoco basso. A cottura avvenuta mettete  la crema su un largo vassoio  fatto raffreddare in frigorifero, così da abbassare presto la temperatura della crema di farcita delle pesche. Quando la crema sarà raffreddata disponetela dentro un recipiente coperto e lasciatela riposare in frigorifero.

Impasto finale

In planetaria inserite tutti insieme gli ingredienti  rimasti rimanenti  con la frusta K. Unite il restante burro ammorbidito ed infine il primo impasto lievitato. Utilizzate il gancio e lavorate il tutto fino a quando l’impasto risulterà incordato e liscio. Fate lievitare nuovamente  fino a quando l’impasto triplicherà.
Prelevatene dunque 100 g,  create un filoncino tagliatelo in  8 pezzi uguali di circa 12 g ciascuno

Arrotolate quest’ultimi creando delle palline . Fate riposare almeno cinque minuti. Ripetete nuovamente la pirlatura e adagiate le brioche su una teglia coperta con carta forno, lasciando un po’ di spazio fra di loro.

Fate nuovamente riposare per ancora per  altri 5 minuti. Infine schiacciate  le palline e lasciatele riposare fino a quandotriplicheranno. Questa ultima operazione consentirà di ottenere la forma finale tipica semisferica delle pesche.

Cuocete le pesche in forno preriscaldato  a 210 gradi per 6 -7 minuti o comunque  fino alla loro colorazione ambrata. Ci vorranno 6/7 minuti. 

Estraetele subito dal forno lasciatele raffreddare.

Preparate dunque lo sciroppo: portate ad ebollizione acqua e zucchero, fate raffreddare e unite l’alchermes.

Disponete a questo punto sul tavolo  tutti gli elementi necessari per completare le pesche:  brioches, sciroppo di Alchermes, crema pasticcera (inserita in una grande sac  à poche) e una ciotola di zucchero semolato.

Bucate le brioche sul fondo  con la punta del sac à poche,  immergetele nello sciroppo bagnandole bene, riempitele al centro con la  crema e completate con un’altro giro di crema all’esterno. Unite poi le due semisfere facendo una leggera pressione.

Rotolate le pesche appena formate nello zucchero semolato facendolo aderire alla superficie;  decoratele  se volete con una striscia di arancia candita o, in mancanza di essa, con una piccola foglia di menta o, come nel mio caso, di alloro.

DOLCI

Torta alla panna cotta al caffè d’orzo e nocciole

torta-panna-cotta

Buona Domenica! Questo mio angolo di condivisione reclama la mia presenza… ammetto che ultimamente faccio principalmente la mamma, mi dedico molto allo studio e lavoro, ogni tanto mi diletto in tv e …insomma, sono bella avvinghiata nelle ore delle mie giornate e, per quanto volenterosa ed energica, non riesco a dilatare il tempo come vorrei. La cosa buona è che in mezzo a questo caos mi sento molto più serena, sono concentrata sulle cose e sulle persone che contano. Seleziono sempre più le persone a cui prestare attenzione ed alle quali dedicare il mio affetto e tempo … ma ho intorno a me tutte quelle che occorrono, mi sento in equilibrio.

Che ne dite di un dolce fantastico e di sicuro effetto WOW per questa domenica??? Vi regalo una ricetta super per farmi perdonare della latitanza 😉 … si tratta di un dolce al cucchiaio, una torta di panna cotta che farà felici proprio tutti!!!

Torta alla panna cotta al caffè d’orzo e nocciole

(per 8 persone)

per la base:

biscotti secchi g  220

burro g 100

nocciole 2 cucchiai

mezzo cucchiaino di cannella in polvere

crema di nocciole (io fondente nera)

per la panna cotta:

panna fresca ml 300

latte parzialmente scremato ml 200

zucchero di canna chiaro g 80

caffe d’orzo solubile 3 cucchiai colmi

agar agar 1 cucchiaino colmo

per il topping:

albumi 2

zucchero a velo g 100

acqua g 40

croccante di nocciole

gocce di cioccolato fondente

Preparazione

Preparare la base. Tritare finemente i biscotti secchi insieme alle nocciole e la cannella. Sciogliere il burro, unire ai biscotti per ottenere un composto omogeneo. Mettere un foglio di carta da forno su un vassoio tondo da portata, metterci un anello di acciaio e compattare la base ai bordi dell’anello. Riporre in frigorifero.

Preparare la panna cotta. In un pentolino alto mettere lo zucchero, il caffè, l’agar agar (addensanteI e il latte. Mescolare bene, quindi aggiungere la panna e mettere sul fuoco. Portare a bollore, abbassare al minimo la fiamma e far bollire un paio di minuti. Spegnere e lasciare riposare mezz’ora.

Riprendere la base dal frigo, cospargerla con poca crema di nocciole e versare sopra la panna cotta. Riporre nuovamente in frigorifero almeno 3 ore (va bene anche una notte intera!). 

Iniziare la decorazione. Montare bene a neve gli albumi. In un pentolino far sciogliere lo zucchero a velo con l’acqua, portare a 120 gradi, dunque versare lo sciroppo a filo sugli albumi e continuare a montare. Dovrà venire una meringa bella densa  e spumosa. 

Mettere la meringa in un sac à poche e decorare la torta, aggiungendo del croccante di nocciole sbriciolato e delle gocce di cioccolato fondente.

(se non la divorate tutta, si conserva in frigorifero fino a 3 giorni).

 

 

 

PRIMI PIATTI

Finta carbonara di salmone

ricetta-carbonara-di-pesce

Una cosa mi ha sempre contraddistinto: lo “spigolo giusto“, come lo chiamo io. Sono capace di difendere e giustificare una persona a cui tengo ma che non si comporta correttamente con me anche a lungo, spesso anche con più affetto del dovuto, poi però basta un attimo, mi basta picchiare nello spigolo giusto e…stop. Sento male di colpo e cambio totalmente rotta, è un po’ come destarsi bruscamente e ricordarsi che il tempo di recupero è terminato, è suonata la campanella, si chiude la porta con doppia mandata e si buttano le chiavi. Non c’è più niente da condividere. Bisogna aver cura di noi stessi.

Come ho scritto più volte in queste pagine è soprattutto a tavola che  si condivide il cibo con  gli affetti veri e gli amici,  è sempre il luogo prediletto, no?

Allora, premetto che NON si tratta ovviamente della santa ed intoccabile carbonara, ma di una finta carbonara fatta con del salmone affumicato che vi conquisterà, ve lo posso assicurare! Ed è pure semplicissima 😉

 

Finta carbonara di salmone

(per 4 pp.)

bucatini g 300

2 uova grandi

2 cucchiai di latte

1 cucchiaio di salsa di soia

100 g di salmone affumicato

1 cucchiaino di uova di rompo rosse

1 cucchiaino di uova di rompo nere

olio extravergine di oliva

 

In una ciotola battete bene le uova con il latte e la salsa di soia.

Tagliate a dadini il salmone affumicato.

Lessate la pasta al dente in abbondante acqua bollente salata, buttatela in padella con un cucchiaio di acqua di cottura, un giro di olio (poco!) e saltatela con il salmone, spegnete il fornello e buttate le uova sbattute. Impiattate con un po’ di uova di rompo (e se lo gradite spolverate con il pepe nero macinato fresco)

 

 

Senza categoria

Il Cappon Magro

ricetta-cappon-magro

Buona giornata!!! Ultimamente sono meno presente in questo mio angolino, sono davvero molto impegnata… ma credo che con questa stupenda (seppur laboriosa, non lo nego) ricetta saprò farmi perdonare!

 Sapete che le  #3tuscanyfoodies (io e le mie care amiche Stefania ed Emanuela) parlano sempre di cibo e condivisione…così, dalla nostra sinergia son nate altre proposte per poter creare una cena speciale! Sì, avete ben capito…potete stupire i vostri commensali con un menù ricercato, oppure stupire la vostra dolce metà proprio per il menù di San Valentino (cucinare è sempre il miglior modo di dimostrare amore <3 ). Questa volta abbiamo pensato ad un menù a base di pesce davvero molto bello, la proposta di Emanuela è una stupenda Tempura con crema di finocchi e agrumi

Poi il mio scenografico Cappon Magro  … guardate che meraviglia!

 

Ed al dolce ha pensato Stefania con una romanticissima (e buonissima) Torta degli Innamorati 

 

Conoscete la ricetta del Cappon Magro? Si tratta di un antico piatto della tradizione ligure a base di pesce e verdure adagiate su un pane particolare, le gallette del marinaio. Era, infatti, il piatto dei marinai genovesi, che una volta sbarcati trovavano in questa ricetta povera un ottimo rifornimento  dopo lunghi periodi di navigazione privi del necessario nutrimento. Il nome deriva dal  pesce cappone usato nella ricetta (ben sostituibile con altri pesci adatti ad esser lessati), si narra che il nome  sia anche un richiamo alla base di pane secco o galletta, assimilabile al “chapon” francese, un grosso crostino di pane tostato strofinato con aglio e usato per le zuppe… la preparazione non è difficile e posso assicurarne la buona riuscita e l’effetto WOW, davvero! Però ammetto che non si tratta di una ricetta veloce.

Io ho preparato anche le gallette del marinaio, seguendo questa ricetta, ho tuttavia diminuito di 1/3 il lievito usato allungando i tempi di lievitazione. Se volete snellire la vostra lavorazione usate del pane ben abbrustolito.

 

Cappon Magro

Ingredienti

4      patate grandi
1      cavolfiore piccolo          
5      carote
1      cavolo romanesco piccolo
2      carciofi moretti
700 g di   pesce cappone (o scorfano, o coda di rospo)
10   code di gamberi
600 g di polpo  
300 g di vongole veraci
8   gallette del marinaio (o 5 fette di pane abbrustolito)
Aceto di vino rosso
Alloro

1 scalogno
paprika dolce
prezzemolo
olio extra vergine di oliva
sale
pepe

Salsa verde
80 gr foglie di prezzemolo
1/2  spicchio di aglio aglio
la mollica di un panino ammollato in aceto e acqua
3 cetriolini sott’aceto
6 olive verdi denocciolate
15 g capperi sotto sale (lavati!)
2 cucchiai di pasta di acciughe
10 gr pinoli
1 cucchiaino di senape
200 ml olio di semi di mais
sale q.b.
Maionese
50 g latte di soia
100 g olio di girasole
1 cucchiano di senape
una punta di sale
1 cm scarso di zenzero fresco
per guarnire:
 olive nere
capperi
pepe nero macinato

Procedimento:

Salsa verde: Versate nel bicchiere del frullatore ad immersione: olio, pinoli, capperi, la pasta di acciughe, cetriolini, aglio, la mollica strizzata, la senape e frullare per 10 secondi. Poco per volta iniziate ad aggiungere le foglie di prezzemolo (lavate e asciugate) continuando a frullare fino ad ottenere una salsa liscia.

Maionese:  Mettete nel bicchiere del frullatore ad immersione il latte di soia t.a., aggiungete 50 g di olio e iniziate a frullare piano ad intermittenza.
Aggiungete a filo l’altro olio (50g) e continuate a frullare con movimenti dal basso all’alto.
Aggiungere dunque la senape ed il sale…a questo punto vedrete addensarsi bene.
Infine passate lo zenzero dallo schiaccia aglio e frullate in modo da non sentirne la consistenza.

Lessate tutte le verdure separatamente in acqua e sale. Scolarle e tagliarle a pezzetti. Lessate  il pesce cappone (o come me della coda di rospo) qualche minuto in acqua e alloro, mezzo bicchiere di vino bianco poi spegnere e lasciare raffreddare nella sua acqua. Scolarlo, pulirlo, spinarlo e ridurlo in pezzi. 

Pulite e togliete il budellino alle code di gamberone, quindi saltatele pochi minuti in padella con paprika, qualche fogliolina di prezzemolo, sale pepe ed un giro di olio, alcune sgusciatele.

In una padella fate aprire le vongole con un bicchiere di acqua e uno spicchio di aglio, quindi filtrate l’acqua con un panno di cotone.

Lessate il polpo pulito nell’acqua delle vongole  aggiungendo altro mezzo litro  di acqua,  fatelo cuocere mezz’ora dal bollore e fatelo raffreddare nella sua acqua.

Mettete un minuto in ammollo in acqua e poco aceto le gallette del marinaio.

Adesso procedete all’assemblaggio del piatto. Alla base disponete le gallette ammollate, qualche cucchiaiata di salsa verde, le patate, ancora salsa verde e maionese, il pesce cappone (o altro usato), un giro di olio, ancora salse, il cavolfiore e le carote e così via fino a terminare tutti gli ingredienti mezionati, guarnendo il piatto a fantasia!

La preparazione non breve sarà ampiamente ripagata dalla qualità del piatto e dal piacere di gustarlo in compagnia 😉

 

 

 

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Biscotti craquelé all’arancia

biscotti-craquelé-arancia

Non esiste momento più appagante di quando una fatica viene ripagata. Sono caparbia e determinata fino al midollo, queste a volte sono qualità ma a volte possono perfino essere ostacoli, ma sono due caratteristiche che mi hanno portato dove mai avrei creduto, per cui me le tengo strette!

Datemi un motivo ed io troverò un modo  (Jovanotti)

Sono spesso troppo critica e dura con me stessa, ma ultimamente sto davvero imparando ad apprezzarmi di più e giudicarmi di meno. Già ci pensa  il nostro contorno umano a giudicarci, almeno noi vogliamoci bene e basta! Il giudizio degli altri dice molto su di loro ma niente su di noi…e chi ci vuol bene davvero ci affianca e sostiene, magari anche brontolandoci un po’, ma non ci giudica, questo è sicuro. E comunque i complimenti più sinceri son quelli che sentiamo di farci da soli!

Il cibo, l’ho sempre sostenuto, è un altro modo di amarci e premiarci… questi biscottini che si sciolgono in bocca all’arancia sono una vera delizia! Nessuno può rimanerne deluso! Fatene tanti, sono scioglievoli ed irresistibili e non saranno mai troppi!

 

Biscotti craquelé all’arancia

(per circa 40 biscotti)

farina tipo 1 g 250

zucchero di canna chiaro g 100

burro t.a. g 50

olio di mais g 20

1 uovo piccolo

1 arancia (scorza + succo di metà arancia)

1 cucchiaino scarso di bicarbonato di sodio

zucchero a velo g 100 (circa)

 

Procedimento

In una terrina lavorate il burro morbido con lo zucchero e la scorza di arancia grattugiata.

Unite l’olio di mais e l’uovo e continuate ad amalgamare.

Infine aggiungete la farina, il bicarbonato e il succo di metà arancia. Lavorate bene, deve presentarsi un composto liscio ed omogeneo.

Mettete in un piatto lo zucchero a velo, formate delle palline della grandezza di piccole noci e rotolarle bene nello zucchero a velo, quindi disponetele ben distanziate su di una teglia ricoperta di carta da forno.

Ne verranno circa 40, disponete le teglie in frigorifero per almeno un paio di ore.

Accendete il forno ventilato a 170°, cuocete i vostri biscotti a forno caldo per circa 10 minuti, dovranno uscire chiari e morbidi.

Si conservano in un barattolo di vetro o latta per una settimana.

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Fagottini di sfoglia con rape e frutta secca

fagottini-di-sfoglia-alle-rape

Buon Anno! Si narra che ci siano altri 365 giorni interi da scoprire, gli anni ed i giorni sono tutti uguali se non non cambiamo atteggiamento, nessuna novità può esserci se noi rimaniamo gli stessi. Io non ho nessun buon proposito né aspettativa per questo nuovo inizio, cerco di non pormi limiti né giudizi. L’importante è INIZIARE, è un verbo adatto alla gioia… non credete?

La ricetta con cui desidero partire è una ricetta facilissima, adatta a tutti, non occorrono grandi capacità in cucina e si prepara alla svelta con pochissimi ingredienti. Sono dei fagottini ripieni preparati durante una puntata nella mia partecipazione alla trasmissione La Prova del Cuoco (il post del racconto qui) assieme allo chef Shady Hasbun 🙂

Lui è un uragano di energia e simpatia e questa ricetta veloce e piuttosto semplice riuscirà a deliziare davvero tutti!

Fagottini di sfoglia con rape e frutta secca

(per 4 pp.)

pasta sfoglia fresca rettangolare (se la volete preparare voi ecco la mia ricetta)

250 g di rape cotte (io le ho lessate e poi passate in acqua e ghiaccio per preservarne il colore)

2 cucchiai di pane grattugiato

1 uovo piccolo

1 cucchiaino di pinoli

1 cucchiaino di uvetta 

1 spicchio di aglio

1 fetta spessa di scamorza dolce

paprika dolce q.b.

sale q.b.

pepe nero q.b.

olio extravergine di oliva q.b.

semi misti per guarnire (io sesamo e papavero)

 

Prendete la sfoglia e tagliatela in quattro parti, spennellatela con albume e cospargetela di pangrattato.

Saltate le rape con uno spicchio di aglio vestito, la paprika, sale, pepe e poco olio. Fate intiepidire. Dunque disponete le rape al centro, mettete un po’ di pinoli, uvetta e qualche cubetto di scamorza dolce. 

A questo punto chiudete a saccottino, sigillate bene i bordi con i rebbi di una forchetta, incidete leggermente al centro, spennellate con il tuorlo sbattuto e cospargete di semi misti a piacere.

Infornate a forno caldo a 200°  ventilato per 10 minuti. Serviteli tiepidi.

DOLCI

Zimtsterne e… buon Natale!

ricetta-zitmsterne

Ci siamo, un altro Natale è arrivato.  Un giorno a duplice valenza, infinitamente allegro o infinitamente triste, dipende molto da come gira la vita e da come siamo in grado di percepirla ed accoglierla, una cosa è certa, i regali più preziosi sono quelli che non sono acquistabili in denaro.

Il mio augurio, che rivolgo alle persone a cui tengo come a me stessa, è quello di considerare noi stessi “un regalo” da scartare ogni giorno e  da far scartare e scoprire solo a chi ci è vicino con il cuore ed è capace di apprezzarci e non giudicarci, di capire il nostro valore…quello che  può essere condiviso solo con pochi eletti. 

Buon Natale con queste deliziose stelline speziate, tipiche della Svizzera tedesca, a base di mandorle e spezie, dolci come la carezza che tutti vorremmo <3

Zimtsterne

200 gr di farina di mandorle

1 albume medio

50 g di zucchero di canna fine

50 g di zucchero a velo 

1 cucchiaino di succo di limone

1 cucchiaino colmo di cannella in polvere 

1/2 cucchiaino di zenzero

1/2 cucchiaino di noce moscata

1 pizzico di sale

Per la glassa 

130 g zucchero a velo

1 albume piccolo

qualche goccia di succo di limone

 

Preparazione

Montate a neve ferma l’abume d’uovo con il succo di limone. 

A questo punto incorporate a poco a poco lo zucchero a velo, mescolando sempre con le fruste  fino ad ottenere una meringa liscia.

Aggiungete, mescolando molto bene, la farina di mandorle. Dunque aggiungete cannella, zenzero, noce moscata e sale, amalgamando bene.  L’impasto diventerà un composto consistente e un pochino appiccicoso. 

Coprite con una pellicola e lasciate riposare in frigo per almeno 1 ora.Trascorso il tempo spolverate di zucchero a velo il piano di lavoro e il mattarello e stendente l’impasto ad uno spessore 4mm circa. Con delle formine ricavate le vostre stelline.

Cuocete in forno caldo ventilato a 170° per circa 13 minuti circa, non dovranno colorarsi troppo.

Sfornate e lasciate completamente raffreddare prima di procedere con la glassatura.

Quindi mescolate insieme l’albume, zucchero e limone. La glassa di zucchero dev’essere bella densa, altrimenti il risultato finale sarà compromesso, se così non fosse aggiungete zucchero!

Procedente glassando le zimtsterne, eventualmente aiutandovi con uno stuzzicadenti per rifinirle meglio. Lasciar rapprendere la glassa e gustare o mettere nei sacchetti per regalarle a chi vi sta a cuore!