DOLCI

Le chiacchiere del maestro Massari

Amo camminare … un gesto naturale e semplice che mi riporta in equilibrio. Sono giornate soleggiate che ci regalano un’inaspettata primavera anticipata.
In realtà non sono convinta che sia un vero regalo, le cose più belle e più importanti per sbocciare hanno necessità dei propri tempi.
Esattamente come certe preparazioni in cucina, la fretta rovinerebbe tutto! Così, anche la preparazione delle famose “chiacchiere fritte”, o cenci come si dice in Toscana, hanno bisogno dei suoi tempi e di precisione per venire davvero buone! 

Ricetta tratta dal libro Non solo zucchero 2 di Iginio Massari, leggermente rivisitata secondo le mie esigenze

Il segreto del maestro consiste nell’utilizzo di una farina forte ricca di glutine, questo consente una stesura sottile con facilità e fa assorbire pochissimo olio, mantenendo così le fritture croccanti e leggere.

Altro accorgimento importante è quello di usare olio di arachidi, che tiene bene il punto fumo, e far molta attenzione alla temperatura di frittura! Vi sarà necessario un termometro da cucina.

 

LE CHIACCHIERE di IGINIO MASSARI

Ingredienti

350 g di farina forte (W 330)

150 g di farina tipo 1

70 g di zucchero di canna fine
60 g di burro morbido t.a.
175 g di uova (circa 3 uova, ma pesatele!)
3 g di sale fino
1  cucchiaio di grappa o di marsala
buccia grattugiata di un limone non trattato
 i semini di una bacca di vaniglia

Per la frittura:

olio di arachide q.b.
zucchero a velo non vanigliato per la finitura

In una ciotola capiente  mettete la farine setacciate e poi al centro lo zucchero, il burro a riccioli morbido, le uova, il sale, la buccia grattugiata di limone, la grappa e la vaniglia.
Impastate fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Trasferite su di una spianatoia di legno e lasciate riposare l’impasto  coperto con pellicola alimentare, a temperatura ambiente, per un’ora circa.
Trascorso il tempo di riposo  stendete la pasta molto molto sottile con l’aiuto della nonna papera (la sfogliatrice) passando prima le strisce spesse, ripiegandole e ripassandole e poi tirandole più sottili. Abbiate cura di  tener il rimanente impasto sempre coperto da pellicola alimentare.
Ricavate dei rettangoli irregolari con la rotella, non tagliateli troppo stretti e incideteli al centro.
Friggete via via in olio caldo e profondo a 170/175°C. E’ importante non superare questa temperatura, se vedete che si scuriscono rapidamente allontanate il pentolino dal fuoco un  minuto e ricominciate. Rigiratele velocemente, dovranno risultare dorate.
Lasciate sgocciolare su carta gialla assorbente e spolverizzate con abbondante zucchero a velo.

ANTIPASTI/ SECONDI PIATTI

Ceci e patate con gamberetti

Questo febbraio scalpita di appuntamenti da rispettare per la sottoscritta (strano, direte voi! Sempre a palesare le mie corse frenetiche fra le millemila cose da fare! Il Bianconiglio di Alice nel Paese delle Meraviglie sembra esser stato creato proprio per descrivere me 😉 ). Anche la natura scalpita, già a fine gennaio ho notato gli alberi di mimosa in fiore, e no, questo proprio non mi piace…anzi, mi preoccupa pure un po’. Forse dovremmo tutti rilassarci, abbandonare la quotidiana frenesia e forse pure la natura ne trarrebbe vantaggio! 

Anche a tavola dovremmo “fermarci”. Esattamente, dovremmo smettere di mangiar di corsa e goderci con calma ciò che assaporiamo, magari coccolarci con prodotti semplici, non troppo elaborati e legati alla stagionalità…non si dovrebbe aver necessità di mangiar frutta e verdura in tutte le stagioni indipendentemente dal calendario del raccolto! E riusciremmo anche a goderci di più i sapori e le stagioni, non credete? 

Adesso una ricetta che sa molto di confort food. Questi ottimi ceci fanno parte della Linea Toscana Del Colle, una selezione delle migliori produzioni “made in Tuscany” da filiera corta e tracciata, seguite direttamente da Del colle grazie alla sua rete di aziende agricole del territorio.

Del Colle è un’azienda toscana con sede tra gli splendidi colli toscani e con una lunga e consolidata esperienza nel settore alimentare che parte dal 1996. Si tratta di un’azienda che vanta una selezione delle migliori produzioni di legumi e cereali, sia da coltivazione convenzionale che biologica.

Siete curiosi di scoprire la ricetta???

 

Ceci e patate con gamberetti

(per 2 pp.)

Ingredienti

150 g di ceci toscani 

2 patate bianche medie

100 g di gamberetti rosa

1/2 cucchiaino di curry in polvere

1 cucchiaio di prezzemolo tritato

1 aglio in camicia

1/2 cucchiaino di noce moscata grattugiata

1 rametto di rosmarino

g di acqua

30 g di semi di zucca

olio extravergine di oliva toscano

sale

1 lt di brodo vegetale 

Preparazione

Per preparare la zuppa di ceci cominciate mettendo questi ultimi in ammollo. Versateli in una ciotola capiente, coprite d’acqua e lasciate reidratare per almeno 12 ore 2. Trascorso il tempo mettete sul fuoco una pentola con il brodo vegetale per scaldarlo. Intanto scolate e sciacquate i ceci.

Sbucciate e tagliate le patate a piccoli pezzi.

Spostatevi ai fornelli e versate poco olio in una casseruola (meglio di coccio), lasciatelo scaldare e poi aggiungete l’aglio e poco pepe. Aggiungete un mestolino di brodo caldo  e continuate la cottura per qualche minuto. A questo punto versate i ceci lasciandoli rosolare per qualche minuto e aggiungete il rosmarino e il brodo vegetale, continuate la cottura finché risulteranno cotti ma sempre croccanti (occorreranno un paio d’ore a fiamma bassa).

Trascorsa un’ora e mezza aggiungete le patate, quindi portarle a cottura assieme ai ceci. Unite a questo punto tutte le spezie: curry e e noce moscata, eventualmente aggiustare il sale. 

Sciacquate bene i gamberetti e lessateli un paio di minuti in acqua bollente assieme al prezzemolo tritato.

A questo punto impiattate mettendo ceci, patate e i gamberetti, spolverate con con del pepe nero macinato fresco e unite qualche ago di rosmarino fresco, dei semi di zucca e un giro di olio extravergine toscano.

 

TRAVEL

Londra in due giorni! Because London it’s always a good idea

Come si evince dalla sezione TRAVEL di questo blog,  io amo molto viaggiare. Si tratta di una passione che ho trasmesso in modo prepotente ai miei ragazzi… credo davvero che sia un valore aggiunto alla vita, nonché un modo sincero e reale per comprendere, per imparare e aprire la propria mente.

Londra, che potrei azzardare ad affermare che sia la città del mio cuore, è ancora la meta. Potrei tornarci mille volte e so che sempre scoprirei nuovi percorsi e nuovi angoli, è una città sempre in evoluzione, un melting pot stupefacente, riesce ad avere il volto di chiunque la abiti e pulsa di vita in ogni suo angolo. Adoro la sua architettura che cangia velocemente dal classico al moderno vestito dei grattacieli adibiti al business. Già ne avevo parlato qui 

Dunque, se già conoscete la metropoli inglese e volete farci un salto veloce, è fattibile? Certo, con gli orari voli giusti è fattibilissimo, ma considerate di camminare un bel po’ (abbiamo macinato circa 26 km in due giorni e  considerando che il tempo del primo giorno era piovoso!). Cosa vedere? Beh, molto dipende da cosa già è stato visto e dai vostri interessi, noi abbiamo optato per dei musei che mancavano all’appello e per alcuni quartieri che amo particolarmente! 

Il primo giorno abbiamo girellato intorno alla Victoria Station (dove abbiamo pernottato), un quartiere che mi piace molto e che è un comodissimo snodo per la metro dal quale si possono raggiungere più luoghi. Abbiamo pranzato presso Victoria Place e abbiamo preso un paio di classici bus rossi a due piani tanto per goderci i dintorni dall’alto del bus, che tanto piace ai miei ragazzi:-), siamo arrivati ad Oxford Street, breve passeggiata e direzione museo di arte moderna e contemporanea TATE Modern, ricavato in una ex centrale elettrica saputa sapientemente riqualificare e  dove siamo rimasti fino al calar del sole, un museo stupendo!!! Fra l’altro all’ultimo piano si può godere di un bellissimo skyline di Londra, da non perdere! 

 

(il buonissimo ramen di Bone Daddies presso Victoria)

Camminare la sera in ogni via di Londra è pura magia, le sue luci ed i suoi quartieri sono davvero strabilianti. Abbiamo camminato fino al London Bridge, arrivando a Monument dove abbiamo ripreso la metro. Abbiamo fatto un giro al caratteristico Borough Market  (cliccando qui trovate gli orari di apertura) e, nonostante l’ora tarda e la pioggia ci siamo regalati una bella passeggiata.

Il giorno seguente dopo colazione ci siamo diretti presso lo Sky Garden (vi consiglio di andarci al mattino, i minorenni la sera non possono entrare e oltretutto fino alle 10 la visita è  senza prenotazione e non c’è fila ai controlli) che, salendo in alto al suo trentacinquesimo piano, anche con il tempo grigio ci ha regalato un panorama mozzafiato.  Poi abbiamo ripreso la metro per andar a passeggiare a Portobello Road e Notting Hill che sono sempre quartieri deliziosi, inglesi al punto giusto, turistici ma sempre gradevoli poiché sanno di autentico! E certo non potevamo non fermarci per una seconda colazione con tè e dolcetti inglesi 🙂

(vista mattutina dallo Sky Garden)

 

Finalmente il sole ha fatto copolino e noi abbiamo passeggiato in zona Pimlico  Station e ci siamo poi diretti  ad un altro museo il TATE Britain, uno dei più noti che colleziona un grandissimo numero di opere britanniche dal 1500 ad oggi. Sicuramente merita la visita ( poi io mi sono persa con la stupenda Ophelia di Millas <3… sono rimasta ad ammirarla stupefatta, amo quel dipinto! Ma io sosto un bel po’ davanti alle opere che mi rapiscono – vedesi foto a seguire :-D)

architettura del museo Tate Britain

 

Infine abbiamo fatto un salto al quartiere di Brixton nella contea del Surrey, raggiungibile facilmente in metro, quartiere di forte impatto etnico e famoso adesso anche per il murales dedicato a David Bowie, il mercato che vi si trova è molto caratteristico (e io amo l’atmosfera dei  mercati).

Siamo ripartiti e ci siamo diretti a Regent Street dove abbiamo pranzato tardi con un ottimo hamburger, dunque ci siamo spostati in zona Liverpool Station e poi ahimè ci siamo diretti in aeroporto …i nostri due giorni belli intensi stavano terminando! 

See you soon my London! Questa città offre sempre molto e …

EVERYONE DESERVES A SLICE OF HAPPINESS <3

Consigli pratici:

  • volo: tenete d’occhio Ryanair, noi abbiamo volato con 19 euro a/r con ottimi orari, partenza ore 8 e rientro il giorno successivo ore 23
  • passaporto, direi che d’ora in poi anche a Londra è necessario
  • da Stansted la soluzione più economica è il bus ma impiegherete circa 2 ore senza traffico ad arrivare in centro, invece son la linea ferroviaria Stansted Express raggiungerete la Liverpool Station in 45 minuti (non è economico, però necessario se avete tempi stretti)
  • per il trasporto acquistate la Oyster card, vi consente di viaggiare su ogni mezzo (i mezzi pubblici a Londra costano abbastanza ahimè)
  • per pernottare, essendo cliente Genius,  mi affido spesso a Booking
  • ricordate che tutti i musei pubblici sono gratuiti, oltre che bellissimi, non abbiate timore a immergervi nell’arte!
  • per il cibo fast io adoro PRET A MANGER, catena sparsa ovunque che vi offre prodotti freschi e di qualità a prezzi abbordabili 

Buon Viaggio!!! Se potete non esitate a partireee…

 

DOLCI

La Galette de Rois

E così domani è il giorno di Befana! Da bambina era questo il mio giorno di festa, quello della notte quasi insonne a cercar di sentir i passi della vecchietta sgangherata che si introduceva in casa mia a portar dolciumi e regalini. Era la notte della trepidante attesa, della magia, della piccola felicità… il giorno dei regali. 

Oramai anche i miei ragazzi sono grandi, ma, nonostante il disincanto, la tradizione della colazione con i dolciumi sparsi sul tavolo con le calze colorate traboccanti resta ancora. Spero che resti sempre…perché ognuno di noi dovrebbe conservare la vena di stupore infantile, di coccola e tepore familiare…

Quest’anno oltre ai miei classici befanotti tipici della tradizione pistoiese ho preparato la buonissima Gallette de Rois, tipica dell’Epifania francese. La conoscete ? È soprattutto nei paesi francofoni che la galletta dei re viene consumata per Befana per rappresentare l’incontro fra i Re Magi e Gesù bambino, anche se esistono varianti americane come il king cake o portoghesi come il bolo rei. Si presenta come torta a base di pasta sfoglia dorata e profumata. Una volta veniva preparata in casa e mangiata senza aggiunte o spalmata di confettura mentre le famiglie più abbienti la farcivano di crema frangipane, a base di mandorle, infatti è questa  la farcitura più legata alla tradizione. L’ingrediente più curioso di questo dolce era la fava. In passato era un vero e proprio fagiolo che veniva nascosto nell’impasto e chi riceveva la fetta che lo conteneva veniva eletto re della giornata! Adesso viene spesso nascosta una mandorla o altra piccola sorpresa… io adoro il profumo che sprigiona in casa questa torta! Fra l’altro è di semplice esecuzione se optate per la sfoglia fresca pronta, altrimenti QUI la mia ricetta!

La Galette de Rois

(stampo da 22 cm)

Ingredienti

  • 2 rotoli di pasta sfoglia fresca rotondi
  • 90 g di burro morbido a crema
  • 50 g di zucchero a velo
  • 50 g di zucchero di canna chiaro
  • 2 uova medie 
  • 100 gr di mandorle tritate
  • 1/2 cucchiaino di cannella
  • semi di 1/2 bacca di vaniglia
  • 1 cucchiaio rum 
  • 1 mandorla  intera (per la sorpresa)
  • 1 tuorlo  + 1 cucchiaio di latte per spennellare

Procedimento 

Srotolate i due rotoli di pasta sfoglia delicatamente 

Tagliate se necessario la sfoglia in eccesso dallo stampo ricoperto di carta da forno  (da 20  – 22 cm)

Pennellate 1 cm di bordo con il tuorlo sbattuto. Quindi preparate la crema frangipane  montando il burro morbido   crema con lo zucchero a velo e lo zucchero di canna, la vaniglia, la cannella e unite il rum e una alla volta  le uova fino ad ottenere un composto bello spumoso. Infine aggiungete con una spatola la farina di mandorle. Amalgamate bene, dovrete ottenere una crema densa senza grumi.

Aggiungete dunque la crema al centro della galette . Adagiate sulla crema la mandorla intera, ovvero la “fève” per  la sorpresa, quindi ricoprite con l’altro cerchio di pasta sfoglia facendo attenzione a sigillare bene il bordo.

Spennellate con il tuorlo sbattuto con il latte, cercate di fare un decoro a spirale o a mezze curve (io me ne sono ricordata a metà cottura 😉 )con un dito. Lasciate riposare dunque mezz’ora in frigo.

Infornate a forno caldo a 200° gradi ventilato per circa 20 minuti.

Lasciate intiepidire prima di servire. Si conserva a temperatura ambiente un paio di giorni.

 

DOLCI

Panettone al cioccolato e nocciole tostate

Il blog mi ha dato tanto…davvero. Tutto è iniziato per gioco e mi ha regalato molto, nuova linfa, energia, tante soddisfazioni, collaborazioni ma soprattutto tanti nuovi rapporti umani.

Sono nate amicizie, preziose, reali, nate da una condivisione che è necessaria, che è ingrediente fondamentale di questo spazio e di ogni cucina. Una amica blogger a me molto cara è Stefania, più grande di me, una donna con una vitalità contagiosa, grande esperta e amante dei lievitati, una persona saggia, seria e piena di energia positiva a cui voglio un gran bene.

Lei mi ha svelato molti segreti dei lievitati, è stata un po’ il mio oracolo ;-)… questo panettone, che è riuscito una meraviglia ed è piaciuto moltissimo ai miei ragazzi, è nato proprio prendendo d’esempio una sua ricetta (link qui) collaudata con piccolissime modifiche! Grazie Stefy cara!

Panettone al cioccolato e nocciole tostate

(ingredienti per un panettone da 1 Kg)

Ingredienti per il primo impasto:

250 g di Farina forte per Panettone
115 g di Acqua
75  g di Burro di buona qualità
75 g di zucchero
70 g di Pasta Madre solida
60 g di Tuorli di uovo

Procedimento:

Nel pomeriggio del giorno prima di iniziare la preparazione, rinfrescare il lievito (dovrà essere bello arzillo) con 50 g di lievito madre, 60 g di farina e 30 g di acqua minerale naturale, sciogliere e impastare bene, avvolgere il lievito in un canovaccio di tela molto fitta, legarlo con una cordicella e lasciarlo a temperatura ambiente fino al mattino successivo.
Al mattino, slegare il pacchetto, a questo punto il lievito avrà formato la crosta dura, aprirla e con un cucchiaio togliere il lievito all’interno della crosta evitando le parti dure e iniziare con una serie di rinfreschi.

Dopo ogni rinfresco tenere il lievito a una temperatura ambiente  per ottenere il suo raddoppio nei tempi indicati.

ore 8 primo rinfresco con:
15 g di lievito madre
30 g di farina per Panettone
15 g di acqua, minerale naturale

Al raddoppio avvenuto, trascorse circa 4 ore, fare il secondo rinfresco.

40 g di lievito madre
80 g di farina per Panettone
40 g di acqua minerale naturale

Attendere il raddoppio, circa 3/4 ore, e procedere con il terzo rinfresco

40 g di lievito madre
80 g di farina per Panettore
40 g di acqua minerale naturale

A raddoppio avvenuto, (circa le 20)  iniziare con il primo impasto.

Un consiglio importante prima di iniziare l’impasto:

Non avendo un impastatrice tuffante ma una semplice planetaria, il lungo impastamento porterà ad un surriscaldamento dell’impasto che al suo interno non dovrà superare i 28° C, per ovviare a questo inserire i tuorli e il burro freddi tenuti in frigo fino al momento dell’utilizzo, questo ovvierà al problema e arriveremo alla fine dell’impasto in modo ottimale. Tutto questo dovrà essere ripetuto anche nel secondo impasto.

Sciogliere nella planetaria lo zucchero con l’acqua tiepida, inserire la k, aggiungere la pasta madre spezzettata e avviare la macchina, scioglierla per qualche minuto, aggiungere la farina e impastare per 10 minuti a 1,5 di velocità dando forma all’impasto. Sempre impastando aggiungere ora una dose di tuorli (freddi di frigo!!!)  fare incordare e ripetere l’inserimento dei tuorli in tre volte sempre aspettando che sia inserita la dose prima di aggiungere la successiva, durante l’inserimento dei tuorli spengere la macchina e con la spatola ribaltare l’impasto per un inserimento più omogeneo. Continuando a impastare aggiungere il burro freddo a piccoli pezzi sempre in tre volte aspettando l’inserimento della dose prima di inserire la successiva. Togliere la k e inserire il gancio impastare fino a che l’impasto non sarà semi lucido e omogeneo il tutto non dovrà durare più di 40 minuti.

Rovesciare l’impasto sul piano di lavoro leggermente imburrato lavorarlo leggermente e formare una palla, imburrare un contenitore graduato e capiente per controllare la lievitazione, mettere dentro l’impasto coprirlo con la pellicola e porlo a lievitare in forno con la lucetta accesa fino a che non sarà triplicato, ci vorranno circa 12 ore, controllare con il termometro se dovesse superare i 28° C mettere un mestolo allo sportello.
La sera stessa preparare la miscela aromatica.

Ingredienti per la miscela aromatica:

15 g di Miele di Acacia
1/2 bacca di Vaniglia

1/2 cucchiaino di cannella in polvere
la scorza edibile di un arancia bio

In un ciotolino scaldare la miscela  con il miele, i semi della bacca di vaniglia, la cannella, la scorza grattugiata  dell’arancia, coprire con la pellicola e lasciare riposare fino al momento dell’utilizzo.

Ingredienti per il secondo impasto:

100 g di Burro di buona qualità
100 g di Tuorlo di Uovo
65 di Farina
60 g di Zucchero
250 g di gocce di cioccolato
15 g di Acqua fredda
5 g di sale

Ingredienti per la finitura:

50 g di latte intero

150 g di cioccolato fondente al 70%

30 g di nocciole tostate con la buccia

Procedimento per il secondo impasto:

Il mattino successivo far scendere delicatamente l’impasto triplicato nella ciotola dell’impastatrice, aggiungere la farina, la miscela aromatica, il sale, montare il gancio e impastare per 15 minuti.
Iniziare ad aggiungere i tuorli freddi di frigo e una quantità di zucchero in quattro volte, aspettando sempre che sia inserita la dose di zucchero e tuorli prima di aggiungere la successiva.

Terminati i tuorli e lo zucchero iniziare a inserire il burro a piccoli pezzi sempre freddo di frigo, in quattro volte, terminato l’inserimento del burro aggiungere l’acqua fredda a filo piano piano. Continuare a impastare fino al raggiungimento di un velo forte e trasparente.

Lasciare l’impasto nella ciotola della planetaria e metterlo a riposare in forno a 28° C per 45 minuti.

Aggiungere infine le gocce di cioccolato e il sale. Far amalgamare ancora qualche minuto. L’impasto deve essere liscio e compatto.
Lasciare l’impasto nella ciotola della planetaria e metterlo a riposare in forno a 28° C per 45 minuti.
Trascorso il tempo ribaltare l’impasto sul piano leggermente imburrato.

Pirlare l’impasto e lasciare riposare per 15 minuti, pirlare nuovamente m olto strette e metterle nei pirottini, coprire con la pellicola e posizionare a lievitare in forno con la lucetta accesa a 28° C, quando l’impasto sarà arrivato a 2 cm dal bordo,(ci vorranno 6/8 ore)togliere la pellicola tenerlo scoperto per 10 minuti per far fare la buccia sopra, facilitando così il taglio.

 Bagnare la lametta nell’acqua fare il taglio sopra, alzare i 4 lembi posizionare al centro un pezzetto di burro e richiudere i lembi.
Infornare a 175/180° C  per 50 minuti, controllare con la sonda al cuore il panettone, dovrà raggiungere 94/96°C per essere perfettamente cotto.

Sfornare, infilzare con gli oppositi aghi e rigirarlo immediatamente a testa in giù, lasciare raffreddare il panettone così per circa 12 ore.

Dopodiché preparare la finitura, portare a bollore il latte, toglierlo dalla fiamma e sciogliere dentro il cioccolato fondente a pezzi, dovrà venire una specie di ganche da far colare sul panettone. Guarnire subito con una pioggia di nocciole a pezzi. Far rapprendere.

Imbustare il panettone in sacchetti per uso alimentare e chiuderli dopo 2 ore, così confezionato si conserverà per un massimo di 20/ 30 giorni. Si consiglia di consumarlo dopo 12 ore dal confezionamento oppure dopo 5/ 6 giorni per apprezzarne al meglio il gusto e tutti gli aromi che sprigionerà.
Una costatazione importante, non rimanete delusi se al vostro panettone non verra una cupola stratosferica, l’importante e che rispetti i tempi di lievitazione per avere un ottimo risultato.

DOLCI

Ciambella al tè verde con mousse allo yogurt

Dicembre eccoti. Ti aspettavo e non ti aspettavo. In che senso? Nel senso che so che mi metterai in difficoltà, so benissimo di averti caricato all’inverosimile di cose da fare, anzi, mi correggo, di essermi caricata all’inverosimile!  Uno dei regali più ambiti è senza dubbio avere più “tempo di qualità”, quello da dedicare a chi e cosa mi sta a cuore. Meno social e più sorrisi, abbracci reali e qualche buon caffè con buone chiacchiere. Insomma, più tempo vuoto da riempire! Tuttavia mi conosco…lo zepperei di cose da fare, non riesco altrimenti, è proprio insito nella mia natura, l’ozio? E chi lo conosce?

Comunque, tornando ai regali…  Cosa vorrei ricevere di materiale?  Ammetto di non essere schiava dei regali, diciamo però che un biglietto per uno spettacolo, un concerto, una mostra, un quadro da appendere, dei libri, una cena, una spazzola top per i miei capelli, un obiettivo per la reflex, un paio di tacchi nuovi… insomma, se ci penso, di regali me ne vengono in mente molti!

E voi? come siete messi con i regali natalizi? Io intanto parto regalandovi questa nuova ricetta che potrete proporre a queste feste come un delizioso e fresco dessert! 😉

Ciambella al tè verde con mousse allo yogurt

(per uno stampo da 20 cm)

per la ciambella

90 g di olio di riso
200 g di zucchero
280 g di latte
380 g di farina tipo 1
16 g di lievito per dolci 
30 g di tè verde tiepido
4 albumi medi
1/2 cucchiaino di cannella in polvere

per la mousse allo yogurt

170 g di yogurt greco
220 g di panna fresca da montare
60 g di zucchero a velo
(+ scagliette di cioccolato fondente e tè matcha per guarnire)

 

  1. In una ciotola capiente versare l’ olio, lo zucchero, il latte e il tè tiepido e mescolare bene.
  2. Unire  a questo punto la farina e il lievito  setacciati, la cannella e mescolare sempre fino ad ottenere un composto vellutato e omogeneo.
  3. A parte montare gli albumi a neve, unirli al composto precedente, mescolando delicatamente dall’alto verso il basso.
  4. Prendere uno stampo da 20cm di diametro e  ungere bene di burro e farina. Versare il composto e cuocere a forno caldo a 180° per circa 20 minuti.  Lasciare quindi raffreddare.
  5. Preparare nel frattempo la mousse, prendere la panna fresca fredda di frigo,  versarla in una ciotola e montarla con le fruste. Aggiungere lo zucchero a velo e successivamente aggiungere anche lo yogurt greco. Riporre in frigo fino all’utilizzo.
  6. Continuare a montare fino ad amalgamare il tutto e ottenere una consistenza densa e cremosa. Versare la crema in una sac à poche con bocchetta liscia, con il foro da 10-12 mm.
  7. Quando la ciambella sarà ben fredda tagliarla a metà; prendere la mousse dal frigo e con l’aiuto di un sacco à poche (usate la punta stellata è più carina) farcirla.
  8. Alla fine cospargerla con del tè matcha e scagliette di cioccolato fondente.

 

 

DOLCI

Torta speziata con zucca, banana e cioccolato

L’autunno ha colori bellissimi, caldi e avvolgenti, che nelle rare giornate di sole danno il meglio di sé. Chi è che non dà il meglio di sé nella luce? Direi nessuno… siamo tutti più belli quando immersi nella positività, quando siamo felici! Non esiste un trattamento estetico più illuminante e distensivo della gioia, anche la natura ci dimostra proprio questo. Le foglie secche, marroni  e giallastre diventano affascinanti nelle giornate più belle.

L’autunno era la stagione che più detestavo fino a qualche anno fa, lo ammetto. Adesso probabilmente sono più equilibrata, trovo qualcosa di veramente bello in ogni periodo dell’anno, riesco a trovar magia e bellezza con più semplicità (ehhh, parlo solo della natura, con le persone sono molto più scettica e selettiva, di bellezza autentica ne trovo poca poca 🙁 )

Dunque, questa ricetta è una torta deliziosa, perfetta con un tè caldo, perfetta a colazione o anche per un dopocena dolce davanti alla vostra serie TV preferita. Vi conquisterà, ne sono certa…

Torta speziata con zucca, banana e cioccolato

(dosi per 10 pp. – stampo da 22 cm)

170 g di zucca gialla cotta in forno

100 g di banana

1/2 limone bio (scorza e succo)

1 cucchiaino di cannella in polvere

1/2 cucchiaino di curcuma in polvere

90 g di olio di riso (o mais)

110 g di uova (2 grandi)

210 g di farina tipo 1

200 g di zucchero di canna

70 g di gocce di cioccolato fondente

1 bustina di lievito bio

 

In una ciotola capiente schiacciate bene assieme la polpa di zucca e quella di banana (ho cotto la zucca in forno – circa 250 g da cruda – a 180° per 15 min).

Aggiungete le spezie, la scorza grattugiata ed il succo di mezzo limone con buccia edibile. Mescolate bene.

Aggiungete dunque le uova precedentemente sbattute, l’olio, lo zucchero e mescolate. Infine la farina ed il lievito ben setacciati. Amalgamate molto bene.

Aggiungete le gocce di cioccolato fondente all’impasto, mescolate.

Imburrate ed infarinate il vostro stampo (in alternativa usate lo staccante spray), cuocete a 170° per 30/40  minuti (fate sempre la prova stecchino). Dunque sfornate e lasciate raffreddare.

Una volta sformata cospargete di zucchero a velo o guarnite a piacere, io ho optato per una crema di nocciole, granella di nocciole e semi di zucca.

 

 

ANTIPASTI

Crackers di avena e semi misti

In cucina, come nella vita e nei rapporti: evviva la semplicità! E le ricette (e persone) genuine! Già, perché ciò che nuoce alla digestione sono gli ingredienti pesanti, le preparazioni troppo elaborate, i rancori, le discussioni e le persone cariche di polemiche, invidie e negatività. Nelle amicizie non ci sono scuse, scegliamo noi chi avere accanto e con chi condividere o meno la nostra vita, nella quotidianità lavorativa non sempre è possibile purtroppo.

Sono ormai molti anni che sono entrata nel mondo del lavoro (non dovrei dirlo troppo forte, caspita sembro vecchia!) e mi ritengo piuttosto fortunata con i colleghi che mi sono capitati, ho sempre avuto buoni rapporti, anzi, talvolta direi ottimi! Tuttavia pure a me è capitato di avere nel corso degli anni un paio di colleghi fuori da ogni limite di sopportazione, di una bassezza e di una cattiveria difficile da arginare… ho dovuto ingoiare diversi rospi, poi per fortuna me ne sono liberata e sono rinata. Altro che olio di palma, è la cattiveria e negatività altrui che nuoce alla salute!

Anche nei break moments tifo per uno spuntino semplice e delicato, che spezzi la fame senza appesantire. Questi crackers sono buonissimi e perfetti! Potrei scommettere che piaceranno anche ai più piccoli 😉

 

Crackers di avena e semi misti

(per 40/50 crackers)

150 g di farina integrale

170 g di farina tipo 1

100 g di fiocchi di avena

50 g di semi di zucca

50 g di semi di girasole

50 g di semi di papavero

50 g di semi di sesamo

1 cucchiaino abbondante di sale

1/2 cucchiaino di curcuma

1/2 cucchiaino di timo

220 g di acqua leggermente tiepida

100 g di olio extravergine di oliva

 

In una ciotola capiente inserite tutti gli ingredienti secchi, mescolandoli bene fra loro.

Unite dunque l’acqua e l’olio; mescolate per ottenere un impasto compatto ed omogeneo, suddividetelo in quattro parti. Mettete ogni parte su un foglio di carta da forno, coprite con un altro foglio e con l’aiuto di un mattarello spianate in modo più sottile possibile; dunque togliete il foglio sopra e con una rotella tagliate i vostri crackers della grandezza che preferite, non occorre che li distanziate!

Infornate a forno caldo e ventilato a 180° per 25/30  minuti, dovranno uscire croccanti e dorati ma non troppo coloriti.

Coservate in un barattolo di vetro con chiusura ermetica o in un sacchetto per alimenti al riparo dal calore e umidità. Se ben conservati si mantengono croccanti per 15 giorni.

 

PRIMI PIATTI

Meccheroni al sugo di anatra

La stima, la simpatia e l’affetto verso una persona è qualcosa di chimico e/o empatico per me. Non ho mai scelto le persone di cui contornarmi in base a nessuna caratteristica materiale o per convenienza, mi sono sempre affidata  all’impatto iniziale  e l’istinto, questo in ogni genere di rapporto, anche con i colleghi. Ho sempre lavorato in ambienti molto grandi, per cui sono sempre stata contornata da tanta fauna umana. Chiaramente come in ogni collettività, sono pochi quelli davvero affini a noi, quelli  a cui ci affezioniamo e con cui ci rapportiamo quotidianamente con piacere di condivisione.

Una di queste persone è Andrea, un mio collega che mi è  entrato in simpatia appena conosciuto  per i suoi modi garbati, la sua ironia e il suo sorriso a portata di mano anche di prima mattina. Una persona positiva, quelle che più apprezzo! Quelle che quando le incontri nel corridoio non sei costretta a trovare due parole in croce di convenevoli per poi dileguarti, quelle con cui ti fermi  volentieri a far due chiacchiere e che ti fa piacere incrociare nella tua quotidianità. Cosa c’entra questo preambolo con la ricetta? Beh… è stato lui a regalarmi quest’anatra da cucinare ed io gli ho fatto parte di questo ragù!

Oggi una ricetta della tradizione. Il sugo di anatra (meglio di anatra “muta”) è un ragù tipico pistoiese, tipico delle celebrazioni jacopee del mese di luglio,  ma si adatta bene ai periodi invernali data la succolenza ;-). Questa è la mia ricetta collaudata, a casa mia ne vanno pazzi! 🙂

Meccheroni al sugo di anatra

(sugo per circa 800g/ 1 kg di maccheroni freschi)

maccheroni freschi (meglio se fatti in casa)

1 anatra ruspante di 2,5 kg

300 g di macinato di vitello (magro)

500 g di passata di pomodoro

1 cipolla di Tropea grande

1 spicchio di aglio

2 carote

1 costa di sedano

2 rametti di prezzemolo

1 bicchiere di vino rosso

1 lt di brodo vegetale

rosmarino

alloro

qualche bacca di ginepro

una punta di peperoncino

olio extravergine

sale

pepe

 

Suddividete l’anatra (pulita, spennata e privata delle interiora) in parti abbastanza grosse e privata perlopiù della pelle (altrimenti fatevela preparare dal vostro macellaio di fiducia). In un tegame capiente mettete i pezzi di anatra, fate buttar fuori un po’ di acqua che poi butterete (a mio avviso questo passaggio serve per eliminare del tutto il sapore di grasso, quindi mettete da parte. Lavate il tegame e  (meglio di alluminio) fate rosolare in poco olio un trito fatto con il sedano, carote, cipolla e prezzemolo, fatelo rosolare assieme al peperoncino e lo spicchio di aglio vestito.

Dopo qualche minuto mettete l’anatra in pezzi, fatela rosolare, dopo qualche minuto aggiungete il macinato quindi irrorate con un bicchiere di vino rosso e alzate la fiamma per far evaporare Aggiungere sale e pepe quanto basta, versatevi la passata di pomodoro; un rametto di rosmarino, qualche bbacca di ginepro e due foglie di alloro e il brodo vegetale. Coprite e lasciate cuocere a fiamma bassa un paio di ore, quindi alzate leggermente la fiamma e mettete un mestolo di legno fra coperchio e il tegame per altri 40 minuti/ un’ora. Controllate comunque di tanto in tanto la cottura, se dovesse asciugarsi troppo aggiungete acqua calda.

A fine cottura l’anatra deve risultare morbida, il sugo ben tirato, aggiustate eventualmente sale e pepe ed aggiungete del buon olio extravergine a crudo (p.s. una volta raffreddato potete congelare il sugo pronto in pratiche porzioni da usare all’occorrenza).

Cuocete i vostri maccheroni in abbondante acqua salata e conditeli con il sugo di anatra.

EVENTI

“IL TERRITORIO IN UN BOCCONE” a METRO Academy a Firenze

Sono sempre molto lieta di partecipare agli eventi promossi da METRO perché  si tratta davvero  di una bellissima realtà che affianca con grandissima professionalità i ristoratori,  inoltre organizza interessanti eventi formativi con chef di alto livello divenendo un luogo di diffusione della cultura gastronomica italiana.

L’ evento “Il Territorio in un boccone”, a cui ho avuto il piacere di partecipare assieme ad altre amiche food blogger , valorizza le eccellenze gastronomiche locali dando molto risalto al territorio, e questo davvero mi piace moltissimo! Così abbiamo trascorso una bellissima serata con lo strepitoso chef Daniele Caldarulo che ci ha proposto ed insegnato un menù eccezionale ed ha messo ai fornelli noi food blogger nell’accogliente cucina di METRO Academy a Firenze regno dello chef Riccardo Mini  che ogni giorno regala le sue idee e ricette creative ai ristoratori fiorenti.

 

Lo chef Caldarulo in qualità di ambasciatore di METRO, che da sempre è impegnata nella lotta agli sprechi alimentari, fornisce preziosi consigli pratici sull’antispreco in cucina che trovo sia fondamentale a livello etico, ecologico ed economico!

La serata è dunque trascorsa allacciandosi i grembiuli e cimentandosi,  suddivise in tre squadre sotto la supervisione dello chef, in tre ricette, una più buona dell’altra! Abbiamo così dato vita ad un menù delizioso per il palato e visivamente molto affascinante:

TORTINO DI PANE TOSCANO CON FONDUTA DI PECORINO TOSCANO

BACCALA’ ALLA LIVORNESE (versione chef Caldarulo)

IL CASTAGNACCIO dessert rivisitato dallo chef

Io mi sono cimentata nella preparazione del baccalà, un pesce che mi piace moltissimo, insieme alla mia compagna di squadra Michela. Lo chef mi ha davvero fatto un regalo insegnandomi questa ricetta meravigliosa che non vedo l’ora di replicare e far assaggiare a familiari e amici, un secondo piatto divino!

Devo dire che tutte e tre le preparazioni erano davvero buonissime e di grande effetto, anche perché METRO garantisce dei prodotti davvero di grande qualità che certo aiutano un’eccellente riuscita del piatto finale, ed in tal modo quindi garantisce i ristoratori di farsi a loro volta portavoce della cultura enogastronomica italiana. Un menù eccellente si presenta da solo e che meraviglia quando rappresenta il territorio 😉

Cucinare mi rende felice e poterlo fare in queste preziose occasioni di grande valore formativo, assieme ad uno chef davvero competente che  insegna piatti che sono vere opere d’arte, il tutto condito da sinergia  e tanti sorrisi …beh, cosa chiedere di più? Che siano occasioni da ripetere!

Grazie a tutti coloro che hanno condiviso con me questa bella esperienza, alla prossima! 🙂

DOLCI

Torta di ricotta, fichi caramellati e rosmarino

Momenti.
Quante volte programmiamo tutto: anni, mesi, le giornate e poi puff! Un momento e tutto si scompone, i dadi volano in aria e chi sa che numero uscirà.
Chi se ne cura del momento? Tanto passa veloce, è solo un momento, un pugno di secondi, niente di che.
Invece niente di più sbagliato.
Se ci fermassimo a pensare, sono i momenti  le cose più importanti che abbiamo!
Le nostre felicità più grandi sono fatte di momenti indelebili, così come i dolori. Tutta la nostra vita gira intorno a momenti, non a mesi o giornate…perché tutto è legato all’istante in cui lo viviamo e che possiamo afferrare con forza ma non rimane nella nostra mano ma nei nostri ricordi.

E che dire dei momenti che decidiamo di rubare per dedicarli a noi? Qui si parla principalmente di quelli legati al palato… perché i break culinari sono momenti speciali! ;-)… la ricetta che vi propongo in questo post è una torta delicata e libidinosa, quelle che fanno far pace coi sensi, conoscete Babbi? Un’azienda che ha dei prodotti di qualità veramente golosi, come i fichi caramellati che sono davvero una prelibatezza!

 

Torta di ricotta, fichi caramellati e rosmarino

(per uno stampo diametro 20 cm)

per la base di frolla

250 g di farina tipo 1

110 g di zucchero di canna chiaro 

80 g di burro morbido

30 g di olio di semi

1 uovo grande

semi di mezza bacca di vaniglia

per la crema di ricotta

250 g di ricotta vaccina fresca

50 g di zucchero a velo

1 cucchiaino di whisky

1 albume

per il topping

fichi caramellati

aghi di rosmarino

 

Iniziate preparando la frolla. Mescolate bene tutti gli ingredienti a mano formando una palla ben omogenea. Fate riposare in frigo almeno un’ora.

Mettete la ricotta in un colino una mezz’ora e poi strizzarla bene. Mescolate bene assieme allo zucchero a velo e il whisky in modo che risulti ben cremosa e senza grumi.

Stendete l’impasto con l’ausilio di un matterello, disponete in uno stampo precedentemente imburrato e infarinato (oppure usate lo staccante), disponete sopra la crema di ricotta, quindi guarnite con i fichi caramellati e  qualche ago di rosmarino.

Infornate a 170 ° ventilato per circa 30 minuti. 

 

n.b. si conserva per 24 ore a temperatura ambiente, poi in frigorifero avvolta da pellicola per altri 2 giorni.  Per una versione più light si può preparare anche con in fichi freschi tagliati a rondelle, ma con i fichi caramellati è davvero super!

 

 

SECONDI PIATTI

Filetto alla Wellington

Chi lo ha detto che occorrono grandi occasioni per un bel piatto di carne che abbia un bell’impatto scenico? Basta condividere il cibo con le persone giuste, fra chiacchiere di qualità, sorrisi e magari un buon vino ed è sempre la giusta occasione! 

Credo che non esista posto migliore per parlare e stare insieme che non sia la tavola… non credete? Sicuramente è tempo speso bene! Questa ricetta mi piace molto, scenica ma non eccessivamente laboriosa, buona e perfetta anche per le ricorrenze, conoscete il Filetto alla Wellington? Si tratta di  un secondo di carne ricco, saporito e succoso, che lascerà a bocca aperta i vostri ospiti.

Ingredienti per 8 persone
1 filetto di manzo da 800 g circa  (oppure un pezzo di vitello che sia adatto a una cottura abb. lunga)

(per rosolare: aglio, olio extravergine, rosmarino)
½ bicchiere di grappa
20 g di funghi porcini secchi
senape (io preferisco quella al pepe verde)
15 g di burro
sale e pepe macinati al momento
1 foglio di pasta sfoglia fresca
1 hg di prosciutto dolce affettato sottile

1 uovo per la finitura

Procedimento

Lavate bene i funghi secchi, eliminando la bene la terra quindi sminuzzateli.

Legare con lo spago il filetto (se non ve lo ha già legato il vostro macellaio di fiducia). In una casseruola scaldare   uno spicchio di aglio vestito, un rametto di rosmarino e poco sale, quindi aggiungere il nostro pezzo di carne e rosolarla bene in ogni lato (circa 5/6 minuti)

Inserire quindi il burro e i funghi secchi precedentemente preparati, continuate a rosolare qualche minuto il filetto nel burro , dunque bagnate  con la grappa alzando la fiamma perché evapori. Una volta rosolato, mettete il filetto da parte, coperto con un foglio di carta stagnola.

Accendete il forno a 180°C. Preparate una teglia rivestita con della carta da forno (potete anche usare quella della sfoglia se l’acquistate pronta).

Prendete il  filetto e cospargetelo massaggiandolo con la senape (non troppa), quindi  nella parte alta disponete i funghi tritati, adesso avvolgetelo bene con il prosciutto dolce.

Stendete dunque la pasta sfoglia, spennellatela bene con l’albume dell’uovo sbattuto (serve a impermealizzarla) . Avvolgete bene il filetto avendo cura di ripiegare nella parte posteriore la sfoglia in eccesso. Deve aderire senza formare sacche d’aria. Fate due fori in superficie per far fuoriuscire dall’interno l’umidità in eccesso.

Potete tagliare l’eventuale eccesso di sfoglia e reimpastarla per formare le decorazioni da applicare usando l’uovo come collante. Adesso spennellate bene con il tuorlo sbattuto la superficie.

Infornate a forno caldo e ventilato per  13 – 16 minuti (per una cottura rosata) . Dai 16 – 20 minuti per una cottura più forte.

Fate leggermente intiepidire prima di affettare.

(n.b. il filetto deve mostrarsi bello asciutto quando lo andrete a rinvolgere nella pasta sfoglia)