Con grande piacere vi illustro questa sfida che mi vede protagonista…. la sfida più calda di quest’ estate….. si puo’ stare in mezzo ai fornelli con queste temperature????? Siiiiii!
Vi spiego di cosa si tratta… già il nome SARANNO FAMOSI mi fa impazzire perchè mi riporta indietro nel tempo!
Funziona così… 20 Sous Chefs italiani giovani e motivati con altrettante quadre formate ciascuna da 5 food bloggers appartenenti ad IFood si sfideranno per poter arrivare alla Festa della Rete con la partnership di IFood, Inalpi e Altissimo Ceto che si terrà a settembre
(Le squadre mostrano al web la ricetta proposta dal proprio sous chef.
Al termine di ogni settimana, quindi allo scoccare della mezzanotte della domenica seguente, viene effettuato il conteggio delle condivisioni e designato il vincitore della settimana. Alla fine delle 4 settimane resteranno solo 4 sous chef che andranno in finale…. !)
Questa settimana in corsa c’è la squadra (FANTASTICA) di cui fa parte la sottoscritta, quindi siete curiosi di conoscere il Sous Chef che supportiamo????? Dovete esserlo, si merita tutta la vostra attenzione!!! Lui è FRANCESCO CATINO giovane ma con un curriculum di tutto rispetto !!!
E devo dire di essere contenta perchè sono tutte davvero stupende!!! 😉
Per conoscere meglio lo Chef ed anche la sottoscritta ecco che vi propongo la speciale intervista doppia, così vi fate un’ idea ben precisa 🙂
1-Nome? C: Claudio Francesco Catino – V: Valentina Spinetti, nel mondo del food Valentina Peperoncina
2-Età? C: 31 anni – V: 37 anni (ma era necessario? :-D)
3-Luogo di provenienza? C: Bisceglie – V: nata a Prato, ma sono profondamente “pistoiese”, ho sempre vissuto a Pistoia ed ho origini miste, la più spiccata è la “calabro-saudita” come dice mio marito 😀
4-Qual è il tuo piatto preferito? C: Parmigiana di melanzane – V: mousse al cioccolato fondente
5-Dolce o salato? C: Dolce e salato – V: prediligo il dolce che non sia “troppo dolce”
6-Se tu fossi una spezia che spezia saresti? C: Vaniglia – V: fammi pensare…. il peperoncino?!
7-Quando hai capito che la tua passione è la cucina? C: Da piccolino, quando restavo a casa la domenica e aiutavo mia madre a cuocere il pranzo per tutta la famiglia mentre gli altri ragazzini giocavano a calcetto – V: non ricordo un momento preciso ma tutta la mia vita ruota attorno alla cucina, ho iniziato prestissimo a pasticciare
8- Perche’ hai deciso di intraprendere questo tipo di lavoro? C: Perché è la mia passione -V: cioè di aprire un blog di cucina? Per gioco, per condividere una passione con gli amici che mi tartassavano chiedendomi ricette
9-Come definiresti il tuo modo di cucinare ? C: Fresco, giovane e mediterraneo – V: in evoluzione perenne
10- A chi o a cosa ti ispiri quando crei i tuoi piatti ? C: Al mare, alla mia regione – V: alla mia amata nonna Giulia, al carattere delle persone che deve rispecchiarsi nei piatti cucinati
11-Qual è il tuo cavallo di battaglia ai fornelli? C: La parmigiana di melanzane – V: i bomboloni
12-Nei suoi piatti quanto c’e’ della sua cultura, della sua terra e dei suoi ricordi ? C: Moltissimo, sono la base di partenza per ogni idea – V: c’è tutta la mia storia personale
13-Perchè ha deciso di partecipare a questa sfida? C: Le sfide sono utili per confrontarsi con altra gente, vedere il loro modo di pensare ad un piatto, apprendere una nuova tecnica o abbinamento. E perché no far nuove conoscenze – V: perchè non ci sono sfide che si perdono….. si vince sempre a mettersi in gioco, si impara sempre qualcosa!
Eccoci qua….e adesso vi ripresento e parlo di
LUI
Claudio Francesco Catino, classe ’84, è nato a Terlizzi e dopo aver frequentato la scuola professionale alberghiera ha deciso di vivere la sua prima esperienza lavorativa, in Francia, presso “L’Atelier de Jean-Luc Rabanel” ad Arles. Tra i suoi mentori ritroviamo: Paolo Lopriore e Pietro Leemann. Attualmente Catino lavora presso il ristorante “Berton” a Milano. Preciso, testardo e con la voglia di raggiungere i suoi obiettivi nel minor tempo possibile il nostro sous chef ci racconta qualcosa di più professionale attraverso 5 domande tecniche.
1-L’esperienza vissuta in Francia, nelle cucine di “L’Atelier de Jean-Luc Rabanel” ad Arles, cosa ti ha lasciato? Jean Luc Rabanel è stato il primo chef BIO. Con lui ogni settimana andavamo a fare spesa direttamente dai produttori di verdure. Un esperienza fantastica.
2- Paolo Lopriore, chef dall’animo coraggioso per la sua cucina originale e curiosa, è stato uno dei suoi maestri. Cosa ama di lui e cosa ha appreso lavorando al suo fianco?Per molto tempo ho amato di lui il suo coraggio nel presentare piatti dal gusto intenso, abbinamenti inpensabili. Poi riflettendo ho capito che il nostro sforzo è ripagato solo dalla soddisfazione del cliente, dal suo ritorno. Con la cucina di Lopriore questo spesso non è stato corrisposto.
3- Pietro Leemann, altro suo maestro, afferma che, nel 1984, dopo una grandiosa esperienza presso il “Girardet”, quello che lui considera uno dei migliori ristoranti dopo il Joia, si prese 3 mesi sabbatici per: riposarsi, mettere a fuoco quanto acquistato e studiare. A lei è mai capitato di sentire l’esigenza di staccare la presa per raccogliere le energie e ritornare ai fornelli ancor più preparato e pieno di idee?Come ogni lavoro, si ha bisogno di staccare la spina e ripartire più carichi. a me basta solo un giorno di relax, poi devo subito tornare a vestire la divisa da cuoco.
4-Oggi lavora per il ristorante di Andrea Berton, nel sito di quest’eccellenza italiana, ho letto la seguente frase “Ogni giorno passavo davanti al cantiere di Porta Nuova Varesine e pensavo: il mio ristorante nascerà li”. Le è mai capitato di pensare “un giorno aprirò qui il mio ristorante”? E se si, tornerebbe in Puglia o resterebbe a Milano? A Milano mi trovo benissimo. Sono qui da 7 anni ormai. Mi piace la mentalità di questa città, l’organizzazione per far si che tutto funzioni, la mole di lavoro, il tran tram quotidiano. Della Puglia adoro soprattutto la materia prima, il clima e il mare. Tutto ciò a Milano non c’è. Se un giorno dovessi aprire il mio ristorante allora dovrebbe essere a metà tra Milano e la Puglia, quindi tagliando la testa al toro sceglierei New York.
5-Parlaci brevemente del tuo piatto: perchè hai scelto proprio il rognone di vitello e perchè pensi che l’abbinamento con la riduzione di vino e frutti rossi accompagnata da insalata di campo sia l’abbinamento perfetto?Ho scelto il rognone perché ha bisogno di grasso per rimanere morbido. Quindi quale abbinamento migliore per il burro Inalpi. Il grasso ha bisogno di acidità ( riduzione di vino e frutti rossi ) e freschezza ( insalatina di campo ). Unica sfida personale è stata quella di eliminare l’olio extravergine di oliva e inserire il burro in una portata.
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